Il riscaldamento vocale nel canto lirico

di Astrea Amaduzzi

Ho assistito in molte occasioni a scene terribili: ore di immaginario riscaldamento vocale attraverso la pratica di ogni genere e tipo di vocalizzi inutili; ore di delirio seguite dall’esecuzione di un intero concerto o ruolo in camerino PRIMA DELL’ESECUZIONE STESSA. Il risultato di tale pratica barbara è la veloce trasformazione dei suoni in un canto forzato coincidente con un’emissione urlata.

L’esigenza spasmodica di lunghissimi “riscaldamenti” vocali è dettata soltanto da una cosa: la totale insicurezza dei propri mezzi vocali. Il veloce risultato di tale maltrattamento si traduce velocemente in danni alla propria voce.

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C’è oggi la pericolosa quanto sbagliata idea che il canto lirico sia un fatto di forza, di resistenza, al pari di un allenamento da palestra; niente di più sbagliato.

La mia Scuola mi ha insegnato che la cosa più importante nel canto lirico, è la FLESSIBILITA’ nell’uso della voce. Avere una voce agile e flessibile equivale ad avere squillo, potenza, duttilità e grande capacità espressiva.

Durante la pratica del riscaldamento vocale è del tutto errato pensare che nel tempo la voce poi inizi a funzionare meglio; questo è un concetto quantitativo che non ha nulla a che fare con la qualità. Un cantante lirico che si prepari ad andare in scena sa già come far funzionare perfettamente la propria voce e deve già essere in grado di affrontare le difficoltà richieste da un arduo repertorio, a prescindere dalla quantità di presunte ore di riscaldamento vocale.

In altre parole: non si impara a cantare durante il riscaldamento vocale.

La pratica utilissima del riscaldamento vocale serve per “risvegliare” il proprio strumento vocale ed invitarlo dolcemente a prepararsi a funzionare a regola d’arte per affrontare il palcoscenico in tutta tranquillità. Esiste anche il riscaldamento vocale PRIMA del proprio studio, ma questo generalmente coincide con qualche vocalizzo eseguito nella zona centrale o medio bassa della propria estensione.

Il riscaldamento vocale prima di un’esibizione pubblica deve puntare non sulla forza e sulla quantità, ma deve attingere alla migliore qualità di un sistema tecnico già estremamente sicuro.

Personalmente in 10 minuti io sono già pronta per cantare anche un repertorio molto complesso; questo accade perché il mio sistema tecnico vocale mi permette di usare una tale flessibilità e un tale controllo del fiato nel collegamento tra le note, che la mia voce risulta essere davvero molto libera già dal primo istante in cui inizio a cantare.

Dunque sia chiaro il concetto che riscaldare la voce non vuol dire vocalizzare come quando si studia.

Studiare vocalizzando vuol dire imparare gradualmente ad usare la propria voce al massimo livello tecnico possibile. Si possono fare sessioni di studio interamente dedicate ai vocalizzi e alla formazione di intere frasi musicali. Il riscaldamento vocale prima di un concerto si pratica quando già si suppone che il cantante sia tecnicamente pronto per affrontare il repertorio che propone al pubblico. Un fantastico riscaldamento vocale può essere quello della messa di voce spiegata nell’articolo “La messa di voce, primo fondamento del canto lirico”

Altro meraviglioso tipo di riscaldamento vocale può essere costituito dalla pratica di un glissato mediamente esteso in cui si giochi con la propria voce a passare da un registro all’altro. Tale pratica, delicata e molto efficiente è spiegata nel video sottostante “Strategie di studio giornaliero e riscaldamento vocale”. Sia ben chiaro che usare la propria voce nel il canto lirico è un’arte

Usare ad arte la propria voce comprende anche “riscaldare bene” il proprio strumento vocale, mettendo quest’arte meravigliosa al servizio della propria voce, sempre, in ogni inizio. Buon ascolto e buon riscaldamento vocale a tutti!

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